Attualità e Notizie

Di guarigioni e di miracoli... e dello stupore di esistere
inserito il 21.08.2014

Bureau médical: un colloquio tra medici, presenti un vescovo e un giornalista.

Ma chi decide se c’è miracolo o no? Il direttore del Bureau si occupa solo di guarigioni: 7mila in 130 anni di accertamenti. E solo 89 miracoli. Ma secondo monsignor Lazzeri il miracolo più grande...

Per capire cosa sia Lourdes è necessario capire quale sia il più grande dono che Dio vuol fare all’uomo, e in particolare all’uomo contemporaneo, in questo luogo così speciale e pieno di preghiera, sublime o sgangherata, in questa cittadella di speranza.

Questo dono è la conversione, per raggiungere la fede o farla crescere. La fede -che è poi la vita vera- è poter conoscere Dio attraverso Gesù. Ma c’è un dono, precedente e ancora più fondamentale, perché senza quello non può esserci neanche la fede: è la vita. Sono al mondo, esisto. Insomma, il Creatore mi ha tirato fuori dal nulla (e continua a farlo in ogni istante). Attenzione: è la cosa che viviamo come più scontata. Mentre questo è il miracolo dei miracoli. Se non riusciamo a stupirci e essere grati per questo, su Lourdes e i suoi prodigi, ma anche sulla fede, coltiveremo in testa un gran garbuglio, fatto di magia da una parte e di moralismo dall’altra. Questa notazione sul miracolo di esserci, fatta da mons. Lazzeri, è il fiore sbocciato ieri, in modo per me commovente, al termine di un lungo incontro tra i medici ticinesi che partecipano al pellegrinaggio, il medico in capo del Bureau des constatations médicales e il vescovo stesso.

Io mi ci sono intrufolato e alla fine ho chiesto al dottor de Franciscis: «Perché non viene a Lugano una sera e racconta a tutti quelli che inviteremo attraverso il giornale le cose che ci ha raccontato in questo suo ufficio pieno di carte, cartelle e faldoni?». Ha accettato. Ma, diversamente da quel che penso immaginiate, non ci ha tenuto una conferenza su guarigioni e miracoli. Ci ha raccontato la storia di Lourdes, soprattutto di come è nata. Insistendo molto sulla geniale semplicità del vescovo di Lourdes che tra il 1858 e il 1862, di fronte a quel cataclisma che le apparizioni stavano causando (in una Francia ubriaca di scientismo, laicismo e odio anticattolico) studiò e approfondì con molti uomini di scienza e di fede il «fenomeno» Bernadette, da un lato, e dall’altro la straordinaria rinascita di fede che esso stava provocando. E infine ebbe il coraggio anche di dirsi convinto che almeno sette delle guarigioni accadute in questi mesi erano autentici miracoli. E a proposito di miracoli: l’ufficio per l’accertamento delle guarigioni, di cui de Franciscis è direttore da cinque anni, non ha nulla da dire quanto al carattere religioso dei fatti accertati. Sono i vescovi dei luoghi di provenienza delle persone inspiegabilmente guarite che possono proclamare il miracolo. E solo loro: Roma non c’entra. Fatto sta che in 130 anni il Bureau ha accertato circa 7mila guarigioni eccezionali, mentre i miracoli proclamati dai vescovi sono 89. L’ultimo risale al 1989 ed è stato riconosciuto dal vescovo di Pavia quest’anno (24 anni di attesa e di verifica dopo le accanite ricerche della scienza). Si tratta di una donna, Danila Castelli, afflitta da un tumore endocrino incurabile e giunto a uno stadio avanzato.

Molto spesso, come in questo caso, le persone guarite erano a Lourdes per chiedere la grazia non per sé ma per altri.

(di Claudio Mésoniat, articolo tratto dal GdP del 21.08.2014)



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