Attualità e Notizie

Quell’amicizia che sostiene nel dolore e genera opere
inserito il 26.08.2011

La solidarietà e l’amicizia che unisce le mamme, i bambini malati, gli scout e gli ospitalieri del Gruppo Sorriso. Il legame tra il centro Dialisi San Giovanni Battista di Lourdes e il Ticino.
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“Sia fatta la tua volontà” è l’affermazione della preghiera del Padre Nostro sicuramente più difficile. Ieri a Lourdes i nostri pellegrini e soprattutto i malati l’hanno meditata in quella Messa che più di ogni altra celebrazione del pellegrinaggio tocca il cuore dei presenti: la funzione in cui viene amministrato ai malati il sacramento dell’unzione. «Dio non vuole il dolore e non è la causa dei nostri mali» ha spiegato il vescovo. La volontà di Dio è il disegno di amore che Egli ha sulla vita di ogni persona, il suo progetto di salvezza, un percorso che però incontra il dramma della fragilità umana, della malattia, della morte, realtà che segnano la vita di tutti. Mons. Grampa ha indicato l’esempio di Gesù che è rimasto fedele nelle difficoltà. «Il miracolo di restare fedele nelle difficoltà avviene solo grazie alla preghiera», ha sottolineato mons. Grampa. Poi, durante la celebrazione di ieri mattina, un pensiero e una preghiera particolare sono andati alla signora Sabina Bassi di Verdabbio, in Mesolcina, novantunenne partecipante al pellegrinaggio che nelle prime ore di ieri è serenamente tornata alla casa del Padre.

I bambini malati del Gruppo Sorriso
Lourdes è la cittadina dei malati, chi viene qui lo fa per chiedere una grazia spirituale e fisica. Solidarietà, preghiera e dolore intrecciano le esistenze di ospitalieri, sofferenti, scout e pellegrini dando vita ad una grande famiglia. Ieri, dopo la celebrazione, ho incontrato alcune mamme di ragazzi toccati da diverse forme di disabilità e malattia. Sono il Gruppo Sorriso, una bella comunità del pellegrinaggio animata dagli scout. «La solidarietà tra noi mamme è uno dei grandi doni di Lourdes», mi dice una signora che da anni frequenta il gruppo e che una volta tornata in Ticino sa comunque di non essere sola ma di poter contare sull’amicizia delle altre mamme e sull’aiuto fraterno di diversi scout. «Ma anche noi malati possiamo essere attenti gli uni agli altri. Basta sentirsi al telefono, l’importante è non stare soli», aggiunge una ragazza di 27 anni, sulla sedia a rotelle da tutta la vita. La serenità sul volto di genitori e figli, di papà e mamme è una grazia di cui fai continuamente l’esperienza qui a Lourdes. Ma hai anche l’altro incontro, quello con l’angoscia, la paura, il dolore davanti al dramma della malattia. «È importante parlare, pregare, non stare soli», mi dice una madre. Mi racconta che in questi giorni è stata particolarmente vicina ad un’altra mamma confrontata da poco col dramma della malattia del proprio figlio. Questa solidarietà che nasce dalla fede e dalla sua traduzione pratica che è la carità, è uno dei modi per “fare la volontà del Padre”, cioè viver e nel progetto di amore di Dio. Amicizie che nascono a Lourdes e che si protraggono in Ticino. Un’altra mamma mi avvicina, è qui con il figlio minore disabile mentre il maggiore, a casa, si buca. Mi dice la sua disperazione, chiede solidarietà e preghiere. È Lourdes.

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Il centro dialisi  sostenuto dai ticinesi
Lourdes ha dal 1986 un centro dialisi che consente ai pellegrini che devono sottoporsi a questa terapia di poter venire in pellegrinaggio, infatti i posti all’ospedale di Tarbes sono insufficienti. E’ fortissimo il legame tra il centro dialisi San Giovanni Battista di Lourdes e il Ticino, infatti, gli scout della Svizzera italiana presenti al pellegrinaggio si sono presi a cuore da anni il servizio di accompagnamento al centro dei pazienti ticinesi e soprattutto garantiscono grazie all’Associazione Amici Dializzati a Lourdes un sostegno economico alla struttura. «Senza l’aiuto dei benefattori e di privati l’esistenza del centro, che non riceve sussidi dal comune e dallo Stato, sarebbe impossibile», mi spiega Xavier Hay, che è il direttore. «Il centro offre 16 posti di dialisi, un’accoglienza ai pellegrini in quattro lingue e l’applicazione nelle terapie di regole internazionali. Qui ogni anno passano circa 600 pellegrinipazienti», continua Hay. Proprio in questi giorni sono due i malati del nostro pellegrinaggio che utilizzano i servizi della struttura. «In Ticino gli amici del centro sono un centinaio, moltissimi fanno parte degli esploratori», spiega Sonia Genardini di Gudo, promotrice dell’Associazione. Commovente mercoledì sera la cerimonia di benedizione di una struttura che gli scout ticinesi hanno donato ai giardini del centro. Si tratta di un ponticello in legno rifatto da Carlino Bianchi, un esploratore di Sant’Antonino. Il ponte è stato benedetto e dedicato a Osvaldo Fusi, uno scout ticinese, per anni impegnato nel servizio a Lourdes, e deceduto lo scorso anno. In sua memoria è stata posta sul ponte una targhetta commemorativa. Chi volesse sostenere l’Associazione Amici Dializzati a Lourdes (APDL) può rivolgersi a Sonia Genardini, 6515 Gudo, mail soniagenardini@bluewin.ch. Ecco Lourdes, un’amicizia che genera opere d’amore evangelico.

(di Cristina Vonzun, articolo tratto dal GdP del 26.08.2010)



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