Attualità e Notizie

Quando Dio per noi azzera ogni differenza
inserito il 23.08.2017

Ieri al mattino le confessioni e al pomeriggio l’Unzione dei malati

Ma come, si sarebbe tentati di pensare, anche un malato che già soffre deve chiedere perdono? La pienezza della persona sta proprio anche in questo grande gesto.
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Non si vive una fede stanca qui a Lourdes. Ognuno si lascia toccare da ciò che vede, da ciò che sente, sia esso malato, infermiera, brancardier, scout, pellegrino, prete. E la giornata propone diversi momenti per vivere la propria fede. Ieri mattina (già alle 8.30) tutti si sono incontrati nella chiesa di Santa Bernardette per la celebrazione penitenziale. Può apparire strano parlare di confessione davanti a un ammalato. Ma come, saremmo tentati di chiedersi, proprio loro che soffrono devono chiedere perdono? È un modo sbagliato di ragionare e che ci fa vedere solo la forma e non la sostanza della persona. Chi soffre ha la stessa umanità di chiunque altro. Ha gli stessi impulsi, le stesse paure, le medesime cadute di chiunque. È in questo quadro che il vescovo Valerio ha invitato i malati a porsi di fronte al chiedere perdono. Non per avere per forza ciò che si vuole, ma per ricevere per misericordia, per grazia l’amore che Dio vuole a ognuno di noi. Gesù è sensibilissimo al desiderio più profondo del nostro cuore: essere salvati non dalle cose che egli ci può dare, ma primariamente dallo sguardo di stupore e di ammirazione da lui proposto sulla nostra vita, ha detto mons. Lazzeri. Invitando poi coloro che lo desideravano alla confessione individuale con lui e con i sacerdoti che seguono il pellegrinaggio. Mi ha toccato, e nello stesso tempo mi ha fatto capire molte cose, la volontà di un ammalato grave (impossibilitato a parlare se non con l’aiuto del suo accompagnatore) di mettere a fuoco le cose che avrebbe voluto chiedere al confessore per ricevere il perdono. Un individuo a tutto tondo, che il suo gravissimo stato di handicap può solo fare accrescere. Nel pomeriggio l’appuntamento era nell’immensa basilica sotterranea dedicata a San Pio X per la Messa con il Sacramento dell’Unzione dei malati. Qui è stato bello, assieme a molte altre riflessioni sviluppate dal vescovo Valerio, la sua similitudine con l’atteggiamento regale di una Regina nei confronti di una persona qualsiasi attraverso il racconto di una cena passata dalla Regina stessa con diversi commensali, tra cui una persona semplice. Dopo aver mangiato diverse portate, i camerieri hanno servito l’acqua con il limone per lavarsi le mani. Ma l’ospite umile, non essendo av vezzo a questo tipo di cene, ha creduto che quest’acqua fosse da bere. E la Regina per non far sentire in imbarazzo questa persona ha scelto di bere anch’essa quell’acqua con il limone. Solo chi sta in alto, ha ricordato il Vescovo ha la possibilità di azzerare le differenze, di far sentire il più umile come fosse un re. Anche gli ammalati possono sentirsi troppo umili, quasi in una condizione di inferiorità. Ma non è così: l’Altissimo ha voluto cancellare questa differenza con le sue creature (inviando suo Figlio sulla terra) per far vivere e sperimentare a ognuno il senso della bellezza, della luce, della grazia, che si riflette poi anche nel rapporto che ognuno ha con il prossimo. Dopo aver impartito agli ammalati il Sacramento dell’Unzione, 10 nuove infermiere al loro primo anno a Lourders e 4 nuovi brancardiers sono stati “presentati” davanti a tutti i pellegrini, ricevendo un dono e un incoraggiamento a voler proseguire questo loro servizio a favore del Pellegrinaggio diocesano. Un impegno che speriamo possa davvero proseguire.
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(di Gianmaria Pusterla, articolo tratto dal GdP del 23.08.2017)



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